venerdì 11 dicembre 2015

In cammino con Mondoapiedi



Il gruppo Mondoapiedi – costituito da una decina di camminatori abbigliati in maniera più o meno pittoresca – parte dal rifugio del Lupo Bianco per salire al Col Rodella. Impongo un ritmo tranquillo, tra foto di gruppo e soste per bere, ma nonostante questo qualcuno è già in debito d’ossigeno; però arrivano tutti senza problemi al rifugio Salei e si concedono una birra, un bicchiere di vino e una cioccolata. 


I più decisi decidono di tentare l’ascesa al Rifugio Demetz, che brilla al sole incastonato nella forcella del Sassolungo. Ci avventuriamo nella Città dei Sassi, un percorso costituito da enormi massi di dolomia franati dal Sassolungo; non è facile trovare la via e le giornate sono ormai brevi così, dopo un veloce picnic appoggiati alla roccia come lucertole, decidiamo di puntare verso il rifugio Des Alpes dove ci riuniamo agli sciatori per un aprés-ski a 2400 metri di quota.









Il giorno successivo il gruppo si allarga e ben 15 camminatori si inoltrano in Val Jumela; la sera precedente si sono fatti bagordi e ore piccole e l’orario di partenza ne risente. Il gruppo annovera la presenza di Capitan Caiola dotato di orpelli quali una cassa per la musica in pieno stile Mondovela Fun e due noci di cocco (sicuramente autoctone della Val di Fassa).



Ci avventuriamo per pratoni sopra Pozza e poi in un ripido bosco fino a ricongiungerci con la mulattiera. Dopo un paio d’ore di cammino arriviamo all’Alpe Jumela di Sotto e il gruppo reclama a gran voce il picnic. Capisco che per oggi ho chiesto il massimo e lascio che i ragazzi si adagino sul prato tra chiacchiere e panini allo speck. Alle 2 ricompongo il gruppo e ci avviamo verso valle: la discesa, grazie alla forza di gravità, si rivela assai più veloce di quanto previsto e alle 3 siamo già con i piedi sotto il tavolo a bere birra e a parlare di avventure barcarole.



Il terzo giorno si dev’essere diffusa la voce che camminare rassoda i glutei e il gruppo conta ben 20 camminatori. È la gita più bella, da Muncion saliamo lungo la carrozzabile della Val Vaiolet tra imponenti bastioni di roccia e sotto un cielo molto blu.





Dopo 1 ora siamo al rifugio Stella Alpina e il gruppo si divide; i più stanchi si fermano a mangiar canederli, i duri proseguono per il rifugio Vaiolet appollaiato su un bastione di roccia che domina la valle.


Il sentiero, soprattutto nell’ultima mezzora, è ripido ma lo sforzo viene ripagato all’arrivo: uno scenario lunare, selvaggio, in cui domina l’assoluto, il silenzio, la vicinanza col cielo. Ci sediamo al sole per goderci il picnic prima di intraprendere la discesa che ci porterà prima al rifugio (e alla meritata birra) e poi alle macchina. Un’altra gloriosa giornata di cammino. 

                           

giovedì 10 dicembre 2015

Esplorando le Dolomiti


Il ponte dell’Immacolata (o di Sant’Ambroeus, come si dice a Milano) è da sempre l’occasione per aprire la stagione dello sci; quest’anno, a causa della carenza di neve, è stata l’occasione per prolungare la stagione dell’escursionismo in montagna. Mondovela ha organizzato un gruppo di una quarantina di persone, equamente divisi tra sciatori e camminatori, e a me tocca il compito di condurre la parte escursionistica.
Ho preso i miei compagni più cari – pedule, zaino e bastoncini – e sono partito per Canazei, in Val di Fassa, ai piedi dello splendido Gruppo del Sella. La Val di Fassa è una delle 5 valli che costituiscono la Ladinia, la regione di lingua ladina, la cui bandiera verde-bianco-azzurra simboleggia i prati, la neve e il cielo.



A parte la neve, che mancava quasi completamente tranne per qualche lingua bianca di polvere sparata, i prati erano verdi e il cielo azzurro. Praticamente un’iniezione di ossigeno.
I primi due giorni sono stati l’occasione di effettuare sopralluoghi, cercare sentieri, trovare pianori al sole…insomma fare quello che più mi piace: esplorare.


La prima mattina parto dall’albergo in una Canazei deserta, in attesa dell’arrivo delle orde di turisti, alla volta del Col Rodella, oltre 1000 metri più su, alle pendici del Sassolungo e del Sassopiatto. Il clima a 1500 metri è insolitamente mite per la stagione: è dicembre ma sembra metà ottobre. A metà salita, uscito dal bosco, rimango in maglietta e ascendo verso la vetta; improvvisamente mi si apre la stupefacente visione del Sassolungo che si staglia contro il cielo blu.


Finalmente arrivo al Col Rodella e inizio la discesa verso il rifugio del Lupo Bianco e da qui, per un accidentato sentiero nel bosco, scendo ad Alba. Il primo giorno mi ha regalato visioni meravigliose sul Gruppo del Sella, dove si aggirano solo i corvi e i parapendii.


Il secondo giorno scendo in auto a Pozza di Fassa e mi addentro nelle stradine del vecchio borgo, tra case in legno che nascondono silenzi e ricordi di tempi passati, della montagna di una volta. L’atmosfera è silente, ovattata, quasi nessuno in giro, solo una vecchietta che mi racconta della Ladinia e mi indirizza verso il sentiero che sale in val Jumela, un solco sperduto che raggiunge la Sela da Brunech, tra alpeggi chiusi e malghe serrate.



Dopo 3 ore sono alla sella e anche qua mi si apre una visione spettacolare: la parte sud della Marmolada, la Regina delle Dolomiti.


È sconcertante la totale mancanza di neve in questa stagione ma il tutto è compensato dall’aria tiepida e dal sole che scalda. Dopo aver mangiato il mio panino con speck e formaggio della Val di Fassa scendo a bordo della pista deserta fino al rifugio Ciampac che solitamente è preso d’assalto dagli sciatori e invece oggi è praticamente deserto. Chiacchiero con l’addetto della funivia che mi instrada su un erto sentiero in discesa che mi porta ad Alba.


Finalmente arrivano le persone dopo ore di viaggio su autostrade congestionate; inizio a familiarizzare con il gruppo che camminerà con me e a indagare il loro livello di preparazione atletica e l’abitudine a camminare in montagna.